Madeleine Delbrêl, noi delle strade

Sergio Di Benedetto

con: Miriam Podgornik, Matteo Bonanni, Angelo Zilio.
Al violino: Luca Rapazzini

regia: Fabio Sarti

Allestire una messa in scena che abbia al centro la figura di Madeleine Delbrêl (1904-1964), questo il compito per un piccolo gruppo di artisti: un regista, due attori e un violinista. Ma per poter ridare voce e corpo a Madeleine, è indispensabile accettare la sfida — umana prima che artistica — di confrontarsi con una piccola donna che molti forse non conoscono, ma che ha cambiato la storia della Chiesa e della spiritualità del Novecento. Perché Madeleine Delbrêl è stata poetessa e mistica, assistente sociale e scrittrice, ma soprattutto è stata colei che, in tempi di grandi cambiamenti sociali, scelse, dopo un periodo di ateismo giovanile, la via delle fede nella quotidianità, vivendo a Ivry, nella periferia secolarizzata di Parigi, mettendosi a servizio delle tante povertà della città moderna. A lei si deve una lettura nuova del quotidiano, visto come testimonianza operosa di fede, nel silenzio del dono di sé, ma anche nell’umorismo e nell’amicizia per tutti; a lei si deve anche il coraggio di un dialogo franco con l’ateismo marxista e capitalista, insieme alla tenacia di esortare una Chiesa impaurita e ferma, perché possa abitare il tempo che attraversa.

Come ridare corpo a coraggio, profezia, fede, libertà così grandi? Un regista che vuole mettere in scena un testo su una figura simile si trova, in un meccanismo metateatrale, a guidare una giovane attrice, chiamata a restituire, con fatica e fedeltà, qualcosa di Madeleine. Un compito grande, soprattutto per l’attrice, che mai ha sentito parlare della donna che sarà al centro dello spettacolo. E, insieme a lei, al lavoro ci sarà un attore ormai anziano, deluso dalla vita e dall’arte, uomo di fatica e di arte.

Il primo atto di Madeleine Delbrêl, noi delle strade permetterà al pubblico di entrare nell’officina teatrale, per vedere nascere una rappresentazione, accompagnando regista, attrice e attore verso l’incandescente mistica del quotidiano incarnata dalla Delbrêl. Il secondo atto sarà il risultato di quel lavoro attento, per dare spazio ad Altro, parola per parola, gesto per gesto, movimento per movimento, seguendo l’ispirazione della mistica delle periferie, accompagnati dalla melodia dal vivo di un violino. L’epilogo segnerà il ritorno al quotidiano che tutti abitiamo, alla vita di noi delle strade.
In un gioco tra metateatro e rappresentazione classica, quattro artisti accettano la sfida di confrontarsi con Madeleine Delbrêl permettendo così al pubblico, direttamente coinvolto nello spazio scenico, di partecipare alla medesima azione teatrale, in una commistione tra arte, vita, dimensione orizzontale e dimensione verticale, ricordando il senso profondo di «una vocazione per Dio in mezzo agli uomini» (nota del 1956).

Lo spettacolo — che debutta a cento anni dalla conversione di Madeleine Delbrêl (1924-2024) — vuole anche essere un omaggio all’indimenticato maestro milanese Roberto Zago che per primo, a metà degli anni ‘90, scrisse una drammaturgia dedicata alla ‘santa’ delle periferie parigine.

Lo spettacolo ha debuttato a Morbio Inferiore (Ticino) il 27 marzo 2024, con un’anteprima a Turate (CO) il 23 marzo. Poi è andato in scena

  • domenica 22 settembre, oratorio Immacolata, Venegono Inferiore (Va)
  • sabato 5 ottobre, teatro san Luca, Milano