Dialoghi su Paolo VI – Ciò che conta è amare
Recensione degli spettacoli:
Non è facile mettere in scena la vita di una persona, tanto più se, nella nostra memoria, rimane qualche ricordo del suo volto, delle sue parole, dei suoi gesti. Ancora meno facile è rappresentare la vita di un Papa che, per singolare vocazione, si trova ad essere esposto agli occhi del mondo, si trova a rimanere nell’immaginario collettivo di un tempo. Se poi il pontefice in questione è Paolo VI, vescovo di Roma in uno dei momenti più delicati della storia della Chiesa, intellettuale fine, dal pensiero profondo e ampio, dalle azioni coraggiose, allora si comprende come l’opera Dialoghi su Paolo VI – ciò che conta è amare, di Sergio Di Benedetto e Antonio Zanoletti, necessitasse di un coraggio e di una “fantasia” non da poco: ci voleva coraggio per proporre la figura di Giovanni Battista Montini, oggi spesso dimenticata, e talvolta criticata, o comunque poco compresa.
Ci voleva fantasia per evitare una rappresentazione che non fosse ridotta a semplice lettura di testi montiniani, senza tuttavia mai perderne la presenza in filigrana, per rendere la complessità di un uomo moderno conquistato da Dio e per questo conquistato dall’umanità, per sottrarsi al rischio di proporre una semplice biografia. Inevitabilmente avevo nel cuore tutti questi interrogativi sabato 9 maggio, al Santuario del Sacro Monte sopra Varese, quando c’è stata la prima nazionale dello spettacolo. Ma nel corso della serata tutti i miei dubbi si sono sciolti: Dialoghi su Paolo VI è ambientato ai nostri giorni, o meglio, nel 30° anniversario della morte del pontefice bresciano; vede in scena 5 attori che incarnano le parti di due teologi gesuiti, un parroco ambrosiano, un giovane e una filosofa. Dal loro incontro nascono i quattro dialoghi che compongono l’opera, che hanno come argomento alcuni temi cari a papa Montini: il dialogo, la verità, la missione e la bellezza. E così, attraverso una dialettica talvolta anche dura, ma mai banale, lo spettatore è guidato alla scoperta, o ri-scoperta, di alcuni tratti della spiritualità di Paolo VI, del suo pensiero, della sua vita. Ne vengono ricordati i gesti, i viaggi, la capacità di “osare”, attraverso un percorso che vuole forse anche essere omaggio ad una caro amico di Montini, Jean Guitton, nel decimo anniversario della scomparsa. Ma la discussione non è semplicemente “accademica”, come può capitare tra esperti, bensì reale, vissuta, “carnale”. Ne è la prova una seconda vicenda che ogni tanto riaffiora implicitamente, come un fiume carsico, e che coinvolge due dei sacerdoti presenti, i più anziani; essa sfocerà nel finale, dando un tono commovente e profondo al tutto, dimostrando come le parole ascoltate affondino veramente nella “carne” dei personaggi. Conclude la rappresentazione un “epilogo sulla morte”, in cui si dà una breve lettura delle ultime ora di vita di papa Montini. Infine, come ultimo saluto, ecco in “scena” il papa bresciano stesso, in una sorta di ideale congedo dal pubblico attraverso un filmato inedito su Paolo VI.
Se lo scopo era quello di risvegliare nello spettatore più anziano il desiderio di riportare lo sguardo su Montini, uno sguardo che potesse avere anche i toni della gratitudine e dell’affetto, o invitare i più giovani a conoscere meglio Paolo VI, ebbene, possiamo dire che lo scopo è stato raggiunto; non a caso si trovavano sulle prime panche del santuario dei seminaristi, insieme ad altri ragazzi e ragazze. Mi sono accostato a loro per cogliere qualche impressione; mi è rimasta impressa la frase di una giovane: “Non conoscevo Paolo VI, ma voglio approfondire la sua figura: stasera ho capito che devo molto a questo Papa!”.
In conclusione possiamo definire ottimo il lavoro degli attori, tutti tesi a restituire e svelare ciò che la parola montiniana conteneva. Efficace e preciso il testo di Sergio Di Benedetto e Antonio Zanoletti, che ne ha curato anche la regia. Il pubblico è stato davvero partecipe e commosso. Il luogo, una chiesa più che un teatro, ha contribuito con la sua sacralità alla fruizione della rappresentazione, con l’aiuto della bellissima musica dal vivo a scandirne i quadri.
Ci si augura che una serata così speciale possa essere divulgata nelle chiese della diocesi e oltre, sulle orme di Paolo VI.