Teresa di Calcutta, il più bel commento al Vangelo
di Sergio Di Benedetto
Lo spettacolo offre una rilettura della biografia di Madre Teresa alla luce delle beatitudini evangeliche, secondo il testo di Matteo (Mt 5, 3-12).
La vicenda nasce da un colloquio che Madre Teresa ha con il proprio confessore durante l’ultimo ritiro spirituale della sua vita.
La Madre, che ormai sente vicina la morte, è invitata dal sacerdote a rileggere la sua esistenza alla luce della pagina della beatitudini.
Nasce così un percorso diviso in 8 tappe, più un congedo, il quale incarna la beatitudine del Vangelo di Giovanni: “sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica” (Gv 13,17) Ad ogni beatitudine viene legata una fase della vita della beata, ripercorrendo così la sua vicenda biografica, dalla sua partenza a 18 anni per l’India alla “seconda chiamata”, quella cioè di servire i più poveri tra i poveri, dal suo impegno con tutti i bisognosi del mondo, anche nel ricco Occidente, al premio Nobel per la pace. Inoltre, attraverso i colloqui con il sacerdote, emerge anche la sua dimensione contemplativa, il rapporto intensissimo con Cristo, la sua “notte oscura”, compagna della sua anima per lunghissimi anni.
Ogni quadro vede la presenza in scena di Madre Teresa anziana, che ritorna con la memoria ai vari episodi della sua vocazione. In questo modo si alternano sulla scena tre donne che rappresentano tre fasi della vita della suora: giovane, matura e anziana.
Oltre al sacerdote, è presente un altro “personaggio”, muto ma centrale: Cristo Crocifisso, al quale Madre Teresa ha dedicato la sua intera vita. Alla fine delle beatitudini lo spettatore è condotto così a comprendere che veramente la vita dei santi è “il più bel commento al Vangelo”, perché essi vivono nella propria carne le parole di Cristo, dandone piena attuazione.